Questa piccola Chiesa risale all’anno 1006, anno in cui Riccardo e Guerrisio de Candela costruiscono questa cappella in onore del padre Gemmato così come si evince dall’epigrafe posta sul lato sinistro della facciata FOTO 1.
La chiesa quindi, dedicata a San Tommaso Apostolo, in origine fu una chiesa gentilizia della famiglia De Candela, feudataria della Rocca prima dell'arrivo in zona dei Normanni. Nel corso degli anni divenne la prima chiesa parrocchiale del Castello di Candela. Rimasta nelle forme originarie per quattro secoli e mezzo, fu distrutta dal terremoto del 1456 e ricostruita subito dopo, così come la vediamo ora, senza la torre campanaria (che presumibilmente era collocata sul lato destro), ma con l'aggiunta di un campanile a vela. Successivamente, per l’aumento della popolazione, nella metà del 1800 venne ampliata ulteriormente così come testimonia l’epigrafe a destra della Chiesa FOTO 2. L'interno della chiesa, ad aula unica, presenta una volta a botte unghiata, che poggia su arcate cieche, tre sul lato destro e tre sul lato sinistro FOTO 4. Sulle pareti nel 1930 un pittore locale ha affrescato gli intonaci con immagini che, per le loro caratteristiche, sono di tipo devozionale e di modesto valore artistico. Nella parete destra FOTO 5 in corrispondenza della prima arcata vediamo raffigurato San Rocco, protettore di Candela; nella lunetta a sinistra dell’arco è raffigurato San Clemente, Patrono di Candela. Nella seconda campata è rappresentato il “Transito di San Giuseppe” FOTO 5A; nella lunetta alla sua destra è visibile Santa Chiara, mentre nella lunetta di sinistra è raffigurato San Francesco d’Assisi. La terza campata non ha affreschi perché ospitava un altare e una statua dedicata a San Francesco. L’altare è stato smantellato in seguito al terremoto del 1980 ma la statua è ancora presente. Il manufatto del XVIII secolo è ligneo e poggia su una base modanata dipinta verde e oro. Un’altra statua è presente in Chiesa e rappresenta Santa Chiara. Il manufatto è a manichino ed indossa abiti francescani, mentre le mani e il viso sono di legno intagliato, stuccato e dipinto; denota una notevole abilità del maestro intagliatore, capace artigiano operante in zona alla fine del XVIII secolo, ma ben informato sulle mode e le tendenze della statuaria settecentesca. Ai lati della campata vuota la lunetta di sinistra viene raffigurato San Potito, compatrono della Diocesi.
Sulla parete di sinistra FOTO 8 nella seconda campata è presente una pittura che raffigura la Vergine Maria in piedi sulla falce di luna tra la folta chioma di un albero carico di frutti mentre calpesta un serpente avvolto intorno all’albero della “conoscenza del Bene e del Male” e con in mano il Bambino Gesù seduto sulla sfera del mondo. Incoronata dai cherubini da un’aureola di dodici stelle. Fra le nuvole sono presenti il Re Davide e Mosè. Ai piedi dell’albero, invece, sono raffigurati Adamo ed Eva ed altri personaggi. Nella lunetta di sinistra è rappresentato San Pasquale Baylon mentre nella lunetta di destra è rappresentata Santa Caterina da Siena. Nella terza campata non ci sono affreschi in quanto anticamente vi era un altro altare dedicato a alla Madonna del Rosario rimosso dopo il 1980. Nella lunetta di sinistra è rappresentato San Tommaso d’Aquino nell’altra lunetta è rappresentato San Bonaventura. Al centro della volta un affresco rappresenta l’Addolorata seduta tra San Tommaso Apostolo e San Vito a devozione di Michele Vigorita - 1933 FOTO 9.
Durante i lavori venne costruito l’altare e furono aperte due nicchie che accolgono i simulacri di San Vito e di Maria Addolorata.
La statua dell'Addolorata che si conserva in questa chiesa è la più antica e la più venerata tra quelle che si possono ammirare nelle altre chiese di Candela. Risalente al XVIII secolo, si presenta come un manichino rivestito con abito nero ricamato con fili d'oro. Le mani e il volto, resi in argilla stuccata e dipinta, sono stati realizzati con grande maestria e risultano molto espressivi FOTO 10.
La statua di San Vito, invece, è in cartapesta del Settecento e proviene da una chiesa a lui dedicata, ora non più esistente, ma che sappiamo essere stata ubicata nel luogo in cui sorge oggi il Monumento ai Caduti FOTO 11.
Al centro ben visibile è la tela raffigurante “L’incredulità di San Tommaso”. I personaggi presenti sono quattro: San Tommaso, Gesù Cristo, un vecchio e un giovane santo. In basso a sinistra San Tommaso, in ginocchio, pone il dito nel costato di Cristo che, raffigurato in posizione eretta, con la testa cinta da un'aureola sfolgorante, reca nella mano sinistra lo stendardo della resurrezione, mentre la mano destra è aperta a mostrare la ferita. Nella parte sinistra del quadro, dietro il Santo è raffigurato un vecchio barbuto con le mani giunte. Nella parte destra, sotto lo stendardo, è rappresentato un giovane santo con la tonaca corta recante nella mano sinistra la palma del martirio e nella destra un libro chiuso. Probabilmente il dipinto è stato realizzato verso la fine del Seicento. Il dipinto ha subito almeno due restauri, il primo nell'ultimo quarto dell'Ottocento, come si evince da una iscrizione alla base della tela, che qui riportiamo RISTAURATO A DIVOZIONE DI ACHILLE TROMBACCO A.D. 1876. Il secondo restauro è stato fatto ad opera della Soprintendenza dopo il terremoto del 1980 FOTO 12.
Nella zona presbiterale sulla parete di sinistra si trova un grande dipinto raffigurante San’Agnese FOTO 13. Al centro della volta, invece, si trova una colomba con ali spiegate che simboleggia lo Spirito Santo e nei quattro angoli sono rappresentati i quattro evangelisti. FOTO 14
L’altare fu costruito da Antonino Ripandelli nel 1876 durante i lavori di ampliamento della Chiesa FOTO 15 e consacrato il 5 giugno del 1877 dal Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola Antonio Sena come testimonia l’epigrafe che si legge a destra dell’altare. FOTO 16
La Chiesa da su un belvedere da cui è possibile osservare la collina di San Rocco dove sorge la Chiesa che conserva il simulacro del Santo protettore.